Tertium comparationis: da dispensa di Retorica – Università cattolica
Il processo logico della deduzione si chiama sillogismo, il cui funzionamento si può semplificare così: 1. ho un principio generale o premessa maggiore; 2. ho un caso particolare, o premessa minore; 3. traggo una conclusione, o deduzione.
Esempio: 1. L’uomo è mortale (premessa maggiore)
A = B
2. Socrate è un uomo (premessa minore)
C = A
3. Socrate è mortale (deduzione o conclusione)
C = B
Vediamo che il sillogismo funziona su un termine intermedio A (in questo caso ‘uomo’) che nella prima premessa compare come concetto generale, nella seconda come concetto particolare: esso è il tertium comparationis, cioè l’elemento che permette di unire le due premesse e cancellando il quale posso unire gli altri due termini C e B: se A = B e C = A, allora C = B.
Il secondo principio sul quale lavora la ragione, enunciato da Aristotele, è il principio induttivo, o induzione, con il quale si intende il passaggio dal particolare (dal basso), al generale (all’alto): dall’esperienza quotidiana, dai casi particolari traggo prinicipi generali. Così è per la scienza, che dagli esperimenti o dall’osservazione dei casi particolari trae leggi generali; nella retorica, all’induzione corrisponde l’esempio. Alla base dell’esempio c’è ancora un meccanismo di analogia, che chiama in causa un tertium comparationis.
Il meccanismo del tertium comparationis è quello che permette e fa funzionare il procedimento metaforico (il modello aristotelico della metafora è infatti stato definito modello della comparazione), che dunque ha il proprio fondamento nella logica. Si possono costruire metafore derivate dall’osservazione della realtà quotidiana che istituisce rapporti di analogia, come negli esempi seguenti: